L’introduzione di Carlo Petrini al documento di azione collettiva
Cari tutti,
a Ottobre del 2017, alla conclusione del congresso internazionale di Chengdu, ci siamo lasciati con la grande promessa di un cambiamento che avrebbe consentito al nostro movimento di essere parte attiva e influente nelle grandi sfide che ci troviamo ad affrontare in questo momento storico. La gravità della crisi climatica e sociale ci pone di fronte a una situazione difficile e complessa, in cui siamo chiamati ad agire con urgenza e determinazione. Collasso degli ecosistemi, aumento delle disuguaglianze sociali, perdita della biodiversità, morte per fame, sono alcuni degli scenari allarmanti che ormai da diversi anni vediamo passare davanti ai nostri occhi. E ben peggiore è l’inadeguata, o addirittura assente, risposta della politica, che ragiona solo, e soltanto, nei limiti di un modello di crescita infinta.Ecco, care amiche e cari amici, che le nostre scelte quotidiane diventano l’ago di una bilancia non tarata da diverso tempo. La responsabilità sociale e politica di ciascuno di noi esprime un modo d’agire positivo per un cambiamento che è nelle nostre mani. Dobbiamo tornare a essere attivisti. Legati da sentimenti e azioni comuni. Con una visione forte e costruttiva che guidi il nostro fare per i prossimi anni.Per far sì che la nostra voce venga ascoltata e che le nostre azioni diventino strategiche per garantire il confronto e il dialogo, necessario per la condivisione di importanti scelte politiche, dobbiamo essere moltitudine. A ChengDu abbiamo lanciato le comunità, strumento fondamentale per rappresentare a pieno l’incredibile diversità del nostro movimento. Siamo uomini e donne, pescatori e contadini, cuochi e attivisti, artigiani e professori, giovani e meno giovani. Siamo una rete fisica di persone che mettono al centro il bene relazionale e il valore della diversità e che credono in un cibo buono, pulito e giusto per tutti.A 30 anni dalla firma del nostro manifesto e con la consapevolezza dell’incredibile lavoro e delle numerose sfide vinte, sentiamo il bisogno di siglare un nuovo patto, che ci indichi chiaramente le linee guida del prossimo decennio. Questo documento congressuale vuole non solo dare la visione politica della nostra rete, ma essere un vero proprio strumento di lavoro ad ogni livello, che ci aiuti nell’affermazione di un nuovo linguaggio globale e ci permetta di unire le nostre forze per ogni battaglia territoriale. Un percorso comune che ponga al centro i nostri grandi obiettivi: valorizzare la diversità biologica e culturale, educare in modo olistico e, con crescente urgenza, prendere parte attivamente al dialogo su futuro del cibo. Siamo chiamati al tavolo dei grandi interlocutori internazionali, rappresentando la nostra visione sulle tematiche del cibo, non perdiamo l’occasione di vincere anche questa sfida, con speranza, tanta gioia e con il tratto più distintivo, della nostra organizzazione, del nostro movimento, della nostra storia: l’intelligenza affettiva.
Carlo Petrini