Care amiche e cari amici,
viviamo un tempo sospeso che ancora pochi giorni fa era impensabile.
La situazione straordinaria e di emergenza che dobbiamo affrontare rappresenta una sfida importante per tutta la nostra Comunità e per l’intero Paese.
In questi giorni abbiamo costantemente agito per adeguarci ai provvedimenti che vengono via via assunti dal Governo, in accordo con le autorità sanitarie. A questo punto non ci resta che attendere l’evoluzione degli eventi e per quanto riguarda la calendarizzazione delle nostre attività (dai Congressi allo Slow Food Day) darci appuntamento al momento in cui sarà finita l’emergenza e potremo nuovamente programmare iniziative.
Oggi è impossibile prevedere quando potremo svolgere i nostri Congressi di Condotta (e di conseguenza quando potremo mettere in calendario i Congressi regionali e quello nazionale), come pure immaginare una data per andare in piazza con lo Slow Food Day. È difficile anche immaginare quale sarà lo scenario a ottobre, anche se per il momento difendiamo con tutte le nostre forze l’idea di confermare le date di Terra Madre Salone del Gusto. È altresì molto complicato pensare a come usciremo da questa crisi straordinaria e drammatica e nessun piano si può fare se non sappiamo in che condizioni lo potremo affrontare.
Abbiamo però qualche certezza: la nostra bellissima rete è solida, grande, ricca (e di una ricchezza non monetizzabile e pertanto non intaccata, nemmeno minimamente, dal crollo delle borse o del PIL), diversa, viva, unica. Ci abbiamo messo oltre trent’anni a costruirla e sappiamo per certo che supererà qualsiasi difficoltà. Siamo sicuri che ne usciremo ancora uniti, saremo ancora assieme, l’amore immenso che abbiamo messo nella nostra vita per questa comune lotta, per affermare i valori di Slow Food e il diritto a un cibo buono, pulito e giusto per tutti, sarà ancora nei nostri cuori e ci permetterà di ritrovarci, di ricominciare.
Dovremo essere forti, perché quando si dovrà ricominciare sarà la sfida più difficile di sempre.
Abbiamo fatto grandi cose nella nostra storia, basti pensare all’unicità della rete di Terra Madre che raggiunge oggi 160 Paesi del mondo. Abbiamo fondato Slow Food, nella seconda metà degli anni ’80, senza un soldo, senza parlare inglese, senza internet. Eppure abbiamo costruito una comunità di destino straordinaria e unica. E ogni volta, prima di partire, sembrava impossibile.
Adesso è il tempo di resistere, presto tornerà il tempo di lottare, nella sfida più grande di sempre. Avremo davanti le nostre sfide individuali, le sfide della nostra famiglia e della nostra comunità, le sfide del nostro lavoro. E avremo anche davanti le sfide, vecchie e nuove, di Slow Food.
Ci vorrà tutta l’energia e tutta l’intelligenza di cui siamo capaci. Essere una grande comunità, che – come ci insegna Carlo Petrini – è tenuta assieme dal cemento dell’intelligenza affettiva, moltiplicherà le nostre forze. Riusciremo a fare cose che oggi ci sembrano impossibili, inimmaginabili.
Non abbiamo risposte su come sarà il dopo emergenza, e non siamo immuni dalla preoccupazione di quello che sta succedendo e succederà ma possiamo condividere almeno una parte di questo tempo sospeso. Non ci possiamo incontrare, non possiamo andare nelle nostre osterie o a scuola a curare l’orto, ma possiamo sentirci, scriverci, confrontare le nostre esperienze di questi giorni.
Ora è il momento di tenere alti i cuori: sentiamoci, cerchiamoci, confortiamoci. Raccontiamoci come vanno le cose, cosa sta succedendo nelle nostre comunità.
Iniziamo a raccogliere le idee, a pensare quanto saranno utili quelle parole che abbiamo detto e ascoltato tante volte e che sembravano a volte troppo utopiche.
Ecco, il tempo delle utopie è arrivato. Forse in modo inatteso, ma è proprio quello che ci aspetta.
Sentiamoci uniti in un grande abbraccio, che presto tornerà a essere fisico.
Viva Slow Food!
Fateci sentire la vostra voce:
Scrivete a segreteria.comitatoesecutivo@slowfood.it