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Parte il viaggio di Terra Madre Salone del Gusto 2020: un’edizione globale lunga sei mesi

“Quella di quest’anno sarà l’edizione di Terra Madre Salone del Gusto più grande di sempre. Noi impiegheremo tutte le nostre forse per far vedere che esistono migliaia di Comunità, composte da contadini, artigiani, produttori, pescatori, che sviluppano un’economia al servizio dei beni comuni in tutto il mondo”.

Quello che è cominciato dalla Nuvola Lavazza di Torino, sede della presentazione ufficiale dell’evento, è il viaggio di Terra Madre Salone del Gusto 2020: quando si concluderà, tra poco meno di un anno, potremo dire di aver coinvolto il più alto numero di persone mai raggiunte dall’evento organizzato da Slow Food, Città di Torino e Regione Piemonte, grazie alle tecnologie digitali e alle migliaia di eventi fisici sparsi ovunque è attiva la rete di Slow Food, presente oggi in 160 Paesi nel mondo.

Già da oggi – 22 luglio – e fino ad aprile 2021, sul sito www.terramadresalonedelgusto.com troverete le attività digitali e il calendario degli eventi fisici che si alimenterà gradualmente e progressivamente di contenuti, per dar vita a un ricchissimo palinsesto. Perché Terra Madre Salone del Gusto 2020 sarà una manifestazione unica, nella quale Slow Food metterà assieme presenza fisica – con eventi che naturalmente vedono protagonisti in primis Torino e il Piemonte – e accessibilità online.

«La forza di Terra Madre Salone del Gusto risiede nella capacità di far dialogare tra loro realtà anche appartenenti a mondi lontani e diversi, rendendo l’evento un’imperdibile occasione di sensibilizzazione sui temi del cibo, dell’educazione alimentare, della tutela delle biodiversità» ha dichiarato la sindaca di Torino, Chiara Appendino. «Il nuovo modello è una scelta innovativa che, in un momento di oggettiva difficoltà per l’organizzazione di eventi nella maniera più tradizionale, ha consentito di trasformare un ostacolo in una opportunità, permettendo al contempo di mantenere Torino e il Piemonte al centro dell’evento e di allargare gli orizzonti della manifestazione».

«Il Piemonte e l’Italia hanno bisogno di manifestazioni come Terra Madre Salone del Gusto, perché i grandi eventi sono il miglior strumento di promozione di un territorio – ha sottolineato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio – Sarà una edizione diversa come diverso è il periodo che stiamo vivendo, ma ciò che desideriamo trasmettere è che il Piemonte c’è, è in salute ed è pronto con tutte le sue eccellenze ad accogliere i turisti con professionalità e sicurezza».

OUR FOOD, OUR PLANET, OUR FUTURE

Il claim dell’edizione 2020 è Our Food, Our Planet, Our Future. Cibo, pianeta, futuro: una concatenazione di relazioni che ci raccontano di come, a seconda del modo in cui ci rapportiamo al nostro cibo – come lo produciamo, lo distribuiamo, lo scegliamo, lo consumiamo – questo avrà impatti significativamente diversi sul nostro pianeta.

«Il mondo intero sta vivendo una triplice crisi – sostiene Petrini – climatica, economica e pandemica. Serve una visione di cambiamento profondo. Richiederà tempo, ma si intravedono già i semi nell’economia espressa dalle comunità di Terra Madre. È giunto il momento di riconoscere e amplificare il valore di queste comunità in tutto il globo. Il messaggio è forte e chiaro: in questo anno segnato così pesantemente dalla sofferenza per la pandemia di Covid-19, dalla crisi economica globale, dai lockdown in tutto il mondo, c’è un valore che non soltanto non è stato cancellato, ma anzi è stato rimesso in primo piano e della sua importanza in tanti, finalmente, hanno acquisito consapevolezza: il valore dell’essere parte di una comunità».

«Da sempre l’impegno di Slow Food si concentra sulla conservazione della biodiversità, attraverso il rispetto dell’ambiente, la promozione dell’agroecologia, la trasmissione dei saperi locali» spiega Francesco Sottile, del Comitato esecutivo di Slow Food Italia. I drammatici eventi degli ultimi mesi, come l’incremento nella deforestazione in Amazzonia, gli incendi in Australia, le temperature da record in Siberia, ci spingono ad allargare il nostro impegno: così, da obiettivo, la difesa della biodiversità diventa per Slow Food lo strumento di contrasto al cambiamento climatico. «Lo facciamo attraverso le attività della nostra comunità, dei produttori e degli agricoltori, nel corso di sei mesi di confronto culturale», prosegue Sottile.

Un confronto che, quest’anno, adotta un approccio diverso dalle edizioni precedenti: «Abbiamo deciso di cambiare le lenti con cui leggiamo la realtà, mettendo da parte i confini nazionali e focalizzandoci invece sugli ecosistemi, cioè sulla relazione tra gli esseri umani e la natura, per comprendere i problemi che toccano tutti, indipendentemente dalla latitudine e dal continente» aggiunge Serena Milano, segretaria generale della Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus. Parleremo di Terre alte (cioè montagne e colline), Terre basse (ovvero le pianure), Terre d’acqua (mari, fiumi e laghi) e del rapporto tra città e campagna: grazie alle testimonianze dalla rete Slow Food cercheremo di raccontare idee, proposte e soluzioni.

Scribing della presentazione opera di Housatonic 

UN FORMAT NUOVO, MIGLIAIA DI APPUNTAMENTI IN TUTTO IL MONDO

I primi eventi sono concentrati nelle date inizialmente previste per la manifestazione, dall’8 al 12 ottobre: Conferenze, Food Talk e molti altri format innovativi ideati da Slow Food per discutere dei temi che più ci stanno a cuore – alimentazione, sostenibilità, ambiente ed equità – oltre agli appuntamenti tradizionali come i Laboratori del Gusto, ai quali si può partecipare sia a distanza (acquistando i kit per la degustazione da casa) che in presenza.

A proposito degli eventi in presenza: oltre ai Laboratori del Gusto, sono già on line e prenotabili i primi Appuntamenti a Tavola in programma a Torino tra l’8 e il 12 ottobre. Nel corso delle prossime settimane il calendario World si arricchirà poi di tante altre attività organizzate dalla rete Slow Food in Italia e in tutto il mondo.

Il Mercato dei produttori italiani e internazionali raddoppia: oltre alle tante piazze che ospiteranno il meglio delle produzioni locali, organizzate in diversi angoli del pianeta, l’edizione 2020 inaugura la versione online, con una piattaforma dedicata che diventa una vera e propria vetrina virtuale attraverso la quale scoprire gli espositori e contattarli, e poi anche con un e-commerce, attivo dall’8 di ottobre e disponibile per tutti i sei mesi, su cui acquistare i loro prodotti.

Confermata l’area B2B, lo spazio che Terra Madre dedica a espositori, buyer e agenti di commercio interessati ad accordi di business ed è organizzato da Camera di commercio di Torino e Unioncamere Piemonte nell’ambito delle attività della rete Enterprise Europe Network, cofinanziata dalla Commissione Europea per sostenere la competitività delle piccole medie imprese europee.

La presentazione ufficiale è stata arricchita dai contributi provenienti dalla rete internazionale di Slow Food, che potete rivedere qui:

Carlo Petrini, presidente Slow Food:

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Jorrit Kiewik, Paesi Bassi,  e Dali Nolasco Cruz, Messico

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Sun Qun, Cina

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Kathryn Underwood, Stati Uniti, e Edie Mukiibi, Uganda

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Ecco qui una selezione di foto in alta risoluzione dell’edizione 2018 di Terra Madre Salone del Gusto

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Terra Madre Salone del Gusto è il più importante evento dedicato al cibo buono, pulito, sano e giusto e all’agricoltura di piccola scala in tutto il mondo. Viene organizzata da Slow Food, Città di Torino e Regione Piemonte con il patrocinio di Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali e Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare. 

L’evento è possibile grazie al sostegno dei partner principali dell’evento: Pastificio Di Martino, Unicredit, Lavazza, Acqua S.Bernardo, Quality Beer Academy, oltre a Agugiaro&Figna, Astoria, BBBell, Compagnia dei Caraibi. E gli InKind partner Bormioli e Liebherr. Con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, Associazione delle fondazioni di origine bancaria del Piemonte. Con il contributo di IFAD, UE. In collaborazione con SANA.

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Mercato della Terra di Umbertide, festeggiati i primi 10 anni

Sono stati celebrati nella mattinata di ieri sabato 11 luglio i primi dieci anni di attività del Mercato della Terra di Umbertide, che ogni sabato mattina propone prodotti locali (ortofrutta, latticini e formaggi, salumi e insaccati, vino, olio extravergine, miele e artigianato) che cercano di trasmettere l’importanza di una buona alimentazione per la salute dell’uomo e dell’ambiente.

La cerimonia si è svolta alla presenza del sindaco Luca Carizia, della vicesindaco con delega al Commercio, Annalisa Mierla, dell’assessore Francesco Cenciarini, della presidente del Mercato della Terra di Umbertide, Antonella Colcelli, del past president di Slow Food Umbria, Sergio Consigli, del presidente di Slow Food Alta Umbria, Marino Marini, della rappresentante di Slow Food Alta Umbria, Roberta Nanni, del referente regionale dei Mercati della Terra, Gabriele Violini e del consigliere comunale Giovanni Dominici.


Il momento di festa è iniziato con una passeggiata accompagnata dalla musica de “I briganti della Fratta”, partita da sotto la Rocca e arrivata in piazza Matteotti.
Successivamente, il sindaco Carizia, la vicesindaco Mierla e la presidente Colcelli hanno provveduto allo scoprimento di una targa celebrativa per il decennio del Mercato posizionata all’incrocio con via Alberti.
I festeggiamenti sono quindi proseguiti con la degustazione di assaggi offerti dalla Comunità dei Mille e dei produttori presenti, che per l’occasione hanno indossato dei grembiuli appositamente creati per il decennale del Mercato.

“Quelli che celebriamo oggi sono dieci anni di prodotti umbertidesi, fatti con amore e cura a difesa delle proprie tradizioni – dichiara il sindaco Luca Carizia – Ogni settimana il Mercato della Terra ci ricorda che i prodotti a km zero, con la loro particolare bontà, e i loro produttori devono essere tutelati, rispettati e salvaguardati”.
“Il Mercato della Terra non è solo un evento commerciale ma rappresenta a tutti gli effetti un patrimonio culturale per la nostra comunità – afferma la vicesindaco Annalisa Mierla – E’ nostro compito ora dargli continuità e sviluppo. Stiamo valutando tante ipotesi di evoluzione del Mercato nel pieno rispetto dell’altissima qualità e della territorialità che lo caratterizzano”.
“Nel tempo è diventata una grande realtà diventata un esempio a livello nazionale – dice il past president di Slow Food Umbria, Sergio Consigli – Oltre a far trovare ai consumatori un prodotto buono, pulito e giusto, il Mercato serve far trovare una prospettiva economica ai produttori e a tutelare i prodotti del territorio”.

“Negli anni siamo cresciuti e dai dieci banchi iniziali siamo arrivati ai numeri di oggi – dichiara la presidente del Mercato della Terra di Umbertide, Antonella Colcelli – I consumatori tornano tutti i sabato contenti di prendere prodotti locali genuini. Penso che la nostra sia stata una scommessa vinta”.

La storia del Mercato della Terra di Umbertide

Il Mercato della Terra di Umbertide nasce ufficialmente il 10 luglio 2010, si svolge con cadenza settimanale il sabato mattina in piazza Matteotti.
La sua attività prende il via grazie alle esperienze maturatesi nel territorio, tese a proporre l’attenzione dei cittadini sui produttori locali. Infatti già nel 1990 ad Umbertide, promossa dall’Amministrazione Comunale di allora, nasceva la Fiera dell’Agricoltura Ecologica che per molti anni è stata un riferimento nazionale su tali tematiche.
La locale condotta oggi Slow Food Alta Umbria, prima Slow Food Umbertide, in collegamento con Slow Food Umbria, ha lavorato nel 2008 alla realizzazione del Mercato della Terra attraverso una serie di incontri con i produttori del territorio e prendendo spunto dalle modalità organizzative del Mercato della Terra di Montevarchi.
Nel 2008 il Mercato è stato presentato al Salone del Gusto di Torino nell’ambito delle iniziative della Regione Umbria.
Il progetto è stato avviato grazie alla collaborazione con il Comune di Umbertide che ha concesso l’uso gratuito del suolo pubblico.
Ad oggi i produttori che frequentano tutto l’anno il Mercato della Terra vanno da un minimo di 15/20, con un picco di massima partecipazione che si attesta a 20/24 nel periodo che va dal mese di aprile fino ad ottobre.

Foto di:

Sergio Consigli – Responsabile Mercati della Terra Slow Food FUmbriaSergio Bargelli – Condotta  Alta Umbria

da http://umbrianotizieweb.it/attualita/24756-festeggiati-i-dieci-anni-del-mercato-della-terra-di-umbertide?jjj=1594565902592


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Viaggio nell’Italia dei Presìdi Slow Food: il vero grano saraceno è in Valnerina!

Senza glutine, biologico ed essiccato naturalmente il grano saraceno ha un mercato tutto da costruire

dal sito di Slow Food Italia

Rivitalizzare un territorio e la sua biodiversità, andare oltre le mode alimentari e produrre con testardaggine cibi che fanno bene all’ambiente e all’uomo. Sono questi alcuni dei principi che hanno spinto tre produttori a riprendere la coltivazione del grano saraceno della Valnerina, ultimo arrivato tra i Presìdi Slow Food.

Tutto è cominciato 6 anni fa quando, grazie a un progetto dell’Università di Firenze e della Regione Umbria, a Daniele Giovannoli, dell’Azienda Agricola Tamorri Vera di Cascia, è stato chiesto di sperimentare quei semi, una volta così diffusi nell’Appennino centrale e che hanno subito un inesorabile abbandono nei primi decenni del Novecento, a causa delle difficoltà nei processi produttivi, delle rese spesso non soddisfacenti e dell’importazione massiccia dall’estero.

«Di tutti i produttori coinvolti dal progetto solo io ho continuato a provare, anno dopo anno, finché non ho trovato le tempistiche giuste per la sua coltivazione a queste altitudini. Siamo infatti sopra i 600 mt e il grano saraceno patisce il freddo ma ha bisogno di piogge. Quest’anno, a essere sinceri, quassù abbiamo avuto più difficoltà per la siccità che il Coronavirus, perchè i terreni sono davvero aridi» racconta Daniele, 39 anni, un’azienda biologica come quelle di una volta con 50 pecore e 22 mucche, le api e le galline e poi i campi di farro, lenticchie, ceci, cicerchia, orzo e grano.

Il mercato

Utilizzato in parte per l’alimentazione degli animali e in parte venduto in chicchi per zuppe, risotti e insalate, o trasformato in farine per biscotti, pane, pizze e pasta, il grano saraceno è senza glutine e quindi adatto all’alimentazione dei celiaci. «Quello che si trova in commercio, consumato soprattutto nelle regioni del Nord, ha addirittura un prezzo inferiore al nostro costo di produzione. Noi, ad esempio, facciamo un’essiccazione naturale, senza macchinari, e ci vogliono tempo ed energie» continua Daniele.

«È difficile inserirsi in un mercato proponendo un prodotto dal prezzo più alto se le sue caratteristiche non sono state ancora valorizzate. Con il Presidio Slow Food vogliamo far conoscere il prodotto e la sua qualità e quindi ampliare le opportunità di vendita che adesso sono limitate ad alcuni gruppi d’acquisto e a privati».

La storia di questo Presidio nasce dopo il terremoto del 2016 quando Slow Food si è attivata per sostenere il territorio e valorizzarne le varietà, tra le quali il grano saraceno della Valnerina. Il Presidio è sostenuto da Davines, l’azienda di cosmetica sostenibile di Parma che realizza prodotti professionali per capelli privilegiando ingredienti di origine naturale, che ne impiega anche gli scarti e la parte non edibile per le sue creazioni. L’impegno di Davines a favore dei Presìdi Slow Food non si ferma al grano saraceno umbro, ma riguarda in tutto 12 prodotti italiani a rischio di estinzione impiegati nei cosmetici della linea Essential Haircare (scopri qui la storia dei Presìdi Slow Food sostenuti da Davines attraverso il racconto di chi li produce).

Un seme che arriva da lontano

Il nome del grano saraceno evoca origini lontane (la sua zona di domesticazione è stata individuata sulle montagne della Cina meridionale) e un’affinità con le graminacee. In realtà la granella è simile a quella dei cereali, ma la famiglia botanica è diversa (Poligonacee).

Resiste moderatamente al freddo, ma ha bisogno di un apporto regolare di acqua: per questo si è diffuso su tutto l’arco alpino e nelle zone appenniniche dell’Italia centrale. La pianta ha un ciclo colturale breve (circa 120 giorni), che consente di fare rotazioni con altri prodotti (leguminose invernali e cereali) e non richiede né concimazioni né trattamenti chimici.

Fiorisce a fine maggio e dalla bottinatura dei suoi fiori bianchi e rosa si ottiene un miele molto particolare. La raccolta si svolge da fine agosto a settembre. In molti casi il grano saraceno è ancora falciato a mano e raccolto in covoni che restano sul campo per 15-20 giorni, affinché possa completarsi la maturazione.

In Valnerina la presenza del grano saraceno è attestata già dal Medioevo e in alcuni scritti dell’epoca viene citata anche come pianta medicinale. Le sue proprietà salutistiche vanno dal basso contenuto lipidico all’alto valore biologico delle proteine, superiore anche ai legumi, all’assenza di glutine.

Una ricetta caratteristica della zona è la zuppa di grano saraceno e lenticchie, altro prodotto tipico locale: dopo aver lessato le lenticchie assieme agli aromi, si cuoce la granella di grano saraceno direttamente nel brodo di cottura, si uniscono le lenticchie a fine cottura e si condisce con olio extravergine a crudo.

Area di produzione

Comuni di Norcia, Cascia, Preci, Poggiodomo, Cerreto di Spoleto, Sant’Anatolia di Narco, Sellano dell’Alta Valnerina, in alta Valnerina, provincia di Perugia.

Comuni di Ussita, Visso e Castelsantangelo sul Nera, in provincia di Macerata e Leonessa, in provincia di Rieti.

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